È stata messa in atto dai carabinieri di Rimini il 14 novembre la misura cautelare degli arresti domiciliari per l'uomo di 39 anni di origine sudamericana accusato di lesioni gravi. L'accusato avrebbe contagiato volontariamente con l'Hiv una delle sue amanti e non solo. Sono altre infatti le donne che potrebbero essere state contagiate dall'uomo che ha nascosto la sua malattia, convincendole ad avere un rapporto non protetto.

Le indagini da parte dei Carabinieri sono iniziate ad agosto. A farle partire sarebbero state le dichiarazioni della ex convivente fatte alle forze dell'ordine.

L'uomo avrebbe contagiato altre tre donne

Le altre donne contagiate erano tutte ignare della malattia dell'accusato. I profili internet dell'uomo, dopo le dichiarazioni della convivente, sono ora scandagliati dagli esperti delle forze dell'ordine che sperano di trovare altre possibili donne da avvertire della malattia dell'uomo e, nel caso avessero consumato un rapporto non protetto con questo, di recarsi al più vicino centro di analisi per controllare il proprio stato di salute.

Le indagini svolte dai Carabinieri sono riuscite a ricostruire uno scenario che parte fin dal 2017. In quegli anni infatti, l'indagato avrebbe sospeso la terapia farmacologica volontariamente, riprendendola poi un anno dopo per poi interromperla di nuovo.

Il comportamento dell'indagato oltre a essere anomalo è stato quanto mai incosciente. La terapia farmacologica infatti serve ad attenuare il rischio di contagio anche nel caso di un possibile rapporto non protetto.

Analizzando i profili social dell'uomo le forze dell'ordine sono riuscite a risalire e avvertire altre tre donne che avrebbero avuto rapporti non protetti con lui.

Le tre donne non erano a conoscenza che l'uomo è affetto da Hiv

Per una delle tre donne i test hanno dato esito positivo. I parenti di queste tre ragazze in un momento così teso e delicato si sono stretti intorno a loro per cercare di darle conforto e coraggio. Le indagini, che come detto sono partite fin da agosto di quest'anno, hanno portato alla fine all'emissione da parte del gip del Tribunale di Rimini un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari.

Le indagini, che sono state coordinate dal sostituto procuratore Gengarelli non si fermeranno qui. Gli investigatori sono infatti alla ricerca di altre possibili relazioni non protette che l'uomo può aver avuto con donne ignare della malattia dell'accusato. Il personal computer del trentanovenne è ora nelle mani degli investigatori che insieme ad esperti del settore stanno scandagliando tutti gli eventuali profili dell'uomo per cercare di risalire ed avvertire tutte le donne con cui l'uomo sarebbe venuto in contatto.