Quella che arriva dal Sud Est asiatico, precisamente da Singapore, è una storia che mette davvero i brividi. Infatti, in questi ultimi giorni, un uomo e una donna, Azlin Arujunah e Ridzuan Mega Abdul Rahman, entrambi 27enni, sono stati condannati al carcere in quanto riconosciuti colpevoli dell'omicidio del loro figlio di 5 anni, avvenuto nell'agosto del 2016. Secondo quanto riportano i media internazionali, pare che i due uccisero l'infante per un capriccio. Quel giorno il bimbo non voleva fare il bagno, per cui i due lo chiusero in una gabbia per gatti per poi gettargli addosso dell'acqua bollente.

Il piccolo riportò gravissime ustioni e per questo morì poco dopo. La testata giornalistica italiana online Leggo, che cita fonti locali, riferisce che il bambino venisse anche picchiato e torturato, anche con dei cucchiai.

I due si sono professati inizialmente innocenti

Il giorno del delitto, Arujunah e Abdul Rahman, aspettarono circa sei ore prima di chiamare i soccorsi. Le condizioni del piccolo erano molto gravi e, quando il medico legale analizzò la sua salma, su di lui vennero trovati i segni di violente percosse, oltre che le gravi ustioni. Anche ai medici dell'ospedale dove il bimbo fu condotto apparve subito chiaro che quella creatura era stata vittima di violenze. A questo punto i sanitari chiamarono la Polizia che arrestò i genitori.

Sin da subito i due hanno negato ogni accusa. Poi, messi sotto torchio dagli inquirenti, hanno confessato di aver compiuto il misfatto. Entrambi hanno dichiarato, dinanzi all'autorità giudiziaria, di averlo fatto solo per dare una lezione al bambino proprio perché quest'ultimo non voleva fare il bagnetto.

Una vicenda assurda

La vicenda è diventata di dominio pubblico in tutto il mondo e ha destato ovunque sconcerto e rabbia. Inoltre, sempre da quanto si apprende dai media di Singapore, il bambino fu trovato abbastanza disidratato e aveva anche problemi nel linguaggio, nonché ai reni. Sicuramente nei prossimi giorni, o al massimo nelle prossime settimane, si potranno conoscere ulteriori dettagli su questo assurdo episodio che, comunque, merita ancora tutti i chiarimenti del caso.

In tribunale, durante la sentenza, sarebbero state mostrate anche le foto della gabbia in cui il bimbo fu rinchiuso. Le ustioni sul corpo del piccolo sarebbero state di secondo e terzo grado, almeno così si apprende dalle pagine online del quotidiano britannico Daily Mail. Il nome del bimbo, per motivi di privacy, non è stato nominato neanche durante il dibattimento in aula che poi ha portato alla condanna dei suoi genitori.