Luigi Di Maio non è più il capo politico del M5S. L’annuncio delle sue dimissioni, per la verità atteso e annunciato da diversi organi di stampa già da alcuni giorni, è arrivato dal Tempio di Adriano di Roma dove, nella giornata di mercoledì 22 gennaio, i pentastellati si sono riuniti per dare avvio ad una nuova fase del Movimento che culminerà con la convocazione degli Stati Generali nel marzo prossimo.

Di Maio, che per il momento conserva la carica di Ministro degli Esteri, durante il suo discorso d’addio non ha lesinato critiche ai suoi avversari interni, parlando persino di “pugnalate alle spalle” inferte da alcuni suoi compagni.

Sulle spoglie del capo politico pentastellato non hanno esitato a gettarsi i suoi avversari, in primis Matteo Salvini e Giorgia Meloni, i quali ritengono che l’esperienza del governo Conte II possa considerarsi terminata. All’attacco anche Diego Fusaro, il filosofo sovranista che giudica ormai morto il M5S e lancia un appello a quelli che ritiene i “nuclei buoni” pentastellati affinché aderiscano al suo partito Vox Italiae

Le dimissioni di Di Maio da capo politico M5S: ‘Basta pugnalate alle spalle’

Sembrava visibilmente emozionato Luigi Di Maio quando, dallo splendido palcoscenico offerto dal Tempio di Adriano a Roma, ha annunciato le sue dimissioni irrevocabili dal ruolo di capo politico del M5S.

Ovviamente non sarà più nemmeno il capo delegazione pentastellato nel governo guidato da Giuseppe Conte. Reggenza momentaneamente assegnata a Vito Crimi, quale membro più anziano. Durante il suo discorso d’addio, però, Di Maio ha deciso di togliersi diversi sassolini tenuti nelle scarpe in questi ultimi mesi, da quando cioè il ‘suo’ M5S si è alleato con il Pd dopo essere stato mollato dalla Lega.

“I peggiori nemici sono all'interno. Sono quelli che lavorano non per il gruppo ma per la loro visibilità”, ha infatti puntato il dito contro i suoi presunti avversari interni al Movimento. “Preferisco passare per ingenuo che essere considerato un imbroglione. E personalmente continuo a pensarlo nonostante i tanti tradimenti - ha aggiunto senza nascondere la sua irritazione prima di sferrare il colpo finale - il fuoco amico grida vendetta.

C'è chi ha giocato al tutti contro tutti. Basta pugnalate alle spalle. Chiedo un po' di pudore”.

Diego Fusaro contro l’alleanza del M5S di Di Maio con il Pd

Un atto di accusa in piena regola contro i suoi nemici interni nel M5S, di cui però Di Maio non cita nomi e cognomi. Una circostanza che rende ancor più insondabile il futuro che attende il Movimento fondato da Beppe Grillo. Sul quello che ormai ritiene un personaggio finito sul piano politico, decide di infierire Diego Fusaro. Il filosofo sovranista, fondatore del movimento politico Vox Italiae, pubblica un tweet in cui ricorda di aver predetto, in tempi non sospetti, che “se il 5Stelle si associa ai fucsia maggiordomi del padronato, prima si decaffeina e poi si suicida”.

Un evidente riferimento all’alleanza di governo stretta con il Pd. Fusaro coglie l’occasione per lanciare un appello a quelli che definisce i “nuclei buoni” del Movimento ad abbandonarlo e a passare contestualmente in Vox Italiae, “partito sovranista e socialista”.

‘Di Maio ha annunciato morte del M5S, Paragone e Di Battista faranno nascere nuovo soggetto’

Ma la furia iconoclasta di Diego Fusaro contro il M5S non si placa qui.

In un successivo fondo, pubblicato su affaritaliani.it, il filosofo di formazione marxiana ripete di averlo già predetto l’estate scorsa che, insieme al Pd, “i 5 Stelle si sono prima decaffeinati e ora si sono sciolti”. Secondo Fusaro quelli del M5S, dopo la fine dell’esperienza a Palazzo Chigi con la Lega, avrebbero avuto “due chance”. La prima era “andare nel Partito Democratico e suicidarsi, quello che stanno facendo”. La seconda, invece, sarebbe stata “ripartire da soli con un’egemonia dal basso”.

La previsione di Fusaro è che il M5S a questo punto “si dissolverà”. Ma alcuni suoi “frammenti buoni”, presenti sicuramente al suo interno, o confluiranno in altre forze politiche, oppure, come nel caso di Paragone e Di Battista, “faranno nascere un nuovo soggetto fedele ai valori storici del M5S”. Intanto, però, Di Maio “ha annunciato la morte del M5S”.